
L’acqua è sicuramente l’elemento fondamentale
e indispensabile per la sopravvivenza
dell’uomo, pertanto ogni persona dovrebbe
potervi accedere liberamente.
Questo diritto viene, tuttavia, messo in discussione
dal Dio Denaro che non risparmia neanche
la più essenziale esigenza.
In cosa consiste ciò?
I comitati regionali, in modo subdolo
cercano di privatizzarla, dando in
appalto a multinazionali “l’ultimo miglio”.
L’opera consiste nel mantenimento o nello
“sviluppo” dell’ultima tratta della rete idrica che
rifornisce direttamente le nostre case.
Ciò porterà le imprese ad avere un potere decisionale
ed un controllo sulle scelte di aprovvigionamenti
e tariffe di un bene che nasce e
dovrebbe rimanere comune.
Tutto ciò è cominciato nel 2001 con la legge delle
cosidette grandi opere del mezzogiorno, la legge
443, approvata dall’ex governo in carica.
È una legge passata silenziosa all’orecchio pubblico
ma che fa gola alla classe imprenditoriale.
Fortunatamente c’è chi si oppone a questa sconsiderata
manovra di arricchimento operando
ormai da tempo soprattutto nel Sud Italia.
È nato infatti un movimento chiamato “Acqua
bene comune” che propone dal 2007 una legge di
iniziativa popolare per cercare di fermare questo
scempio.
Gli articoli fondamentali della legge sono:
Principi generali
1. L’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale.
La disponibilità e l’accesso individuale e collettivo
all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili
ed inviolabili della persona.
2. L’acqua è un bene finito, indispensabile all’esistenza
di tutti gli esseri viventi. Tutte le acque superficiali
e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e
costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed
utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi
uso delle acque è effettuato salvaguardando
le aspettative e i diritti delle generazioni
future a fruire di un integro patrimonio ambientale.
Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio
e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio
idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la
fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli
equilibri idrogeologici.
3. L’uso dell’acqua per l’alimentazione e l’igiene umana è
prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico
superficiale o sotterraneo. Come tale, deve essere sempre
garantito, anche attraverso politiche di pianificazione degli
interventi che consentano reciprocità e mutuo aiuto tra
bacini idrografici con disparità di disponibilità della
risorsa. Gli altri usi sono ammessi quando la risorsa è sufficiente
e a condizione che non ledano la qualità dell’acqua
per il consumo umano.
4. L’uso dell’acqua per l’agricoltura e
l’alimentazione animale è prioritario
rispetto agli altri usi, ad eccezione di
quello di cui al comma 3.
5. Tutti i prelievi di acqua devono
essere misurati a mezzo di un
contatore a norma UE fornito
dall’autorità competente e
installato a cura dell’utilizzatore
secondo i criteri stabiliti
1. L’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale.
La disponibilità e l’accesso individuale e collettivo
all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili
ed inviolabili della persona.
2. L’acqua è un bene finito, indispensabile all’esistenza
di tutti gli esseri viventi. Tutte le acque superficiali
e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e
costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed
utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi
uso delle acque è effettuato salvaguardando
le aspettative e i diritti delle generazioni
future a fruire di un integro patrimonio ambientale.
Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio
e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio
idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la
fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli
equilibri idrogeologici.
3. L’uso dell’acqua per l’alimentazione e l’igiene umana è
prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico
superficiale o sotterraneo. Come tale, deve essere sempre
garantito, anche attraverso politiche di pianificazione degli
interventi che consentano reciprocità e mutuo aiuto tra
bacini idrografici con disparità di disponibilità della
risorsa. Gli altri usi sono ammessi quando la risorsa è sufficiente
e a condizione che non ledano la qualità dell’acqua
per il consumo umano.
4. L’uso dell’acqua per l’agricoltura e
l’alimentazione animale è prioritario
rispetto agli altri usi, ad eccezione di
quello di cui al comma 3.
5. Tutti i prelievi di acqua devono
essere misurati a mezzo di un
contatore a norma UE fornito
dall’autorità competente e
installato a cura dell’utilizzatore
secondo i criteri stabiliti
Questa legge ha riscosso parecchio successo
tramite la raccolta di firme, ben 400.000, e un
imponente manifestazione nazionale del primo
dicembre. Un risultato che non passerrebbe
inosservato se non fosse per la “cecità” della
nostra classe politica impiegata spesso nel lucro e
per il controllo della stessa sui media.
A questo punto, ci chiediamo: Vi state prendendo
l’acqua, quando vi prenderete l’aria?
tramite la raccolta di firme, ben 400.000, e un
imponente manifestazione nazionale del primo
dicembre. Un risultato che non passerrebbe
inosservato se non fosse per la “cecità” della
nostra classe politica impiegata spesso nel lucro e
per il controllo della stessa sui media.
A questo punto, ci chiediamo: Vi state prendendo
l’acqua, quando vi prenderete l’aria?
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